VENTI DI GUERRA IN EIROPA-riflessioni su Edenamismo e Demolizionismo
- edenamismo
- 4 apr
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La tensione tra Europa e Russia, se letta in chiave demolizionista, potrebbe essere vista come un’accelerazione del processo di decostruzione di un sistema globale ormai insostenibile. Tuttavia, qui emerge un nodo fondamentale: il Demolizionismo Edenamista è un atto consapevole, mirato a smantellare ciò che è superfluo o nocivo per creare spazio a un nuovo equilibrio. Un conflitto armato, invece, è caotico, distruttivo e spesso non ha una visione rigenerativa ma solo un’escalation di sofferenza e devastazione.
Quando il Demolizionismo è positivo?
Il Demolizionismo in senso edenamista ha una funzione trasformativa:
Se si tratta di abbattere strutture sociali, economiche o ideologiche obsolete per costruire qualcosa di più armonico, può essere visto come un processo evolutivo.
Se invece la distruzione è cieca, violenta e priva di una prospettiva di rinascita, essa non porta a un equilibrio edenico, ma a un nuovo ciclo di caos.
La Tensione Europa-Russia è Demolizionismo Edenamista?
In teoria, il conflitto potrebbe rappresentare un momento di crisi che obbliga le società a ripensarsi. Ad esempio:
Potrebbe far crollare il modello economico basato su globalizzazione e dipendenze strategiche, aprendo la strada a modelli più locali e autosufficienti.
Potrebbe spingere l’Europa a riconsiderare il proprio assetto politico ed energetico.
Potrebbe rivelare la fragilità di vecchi equilibri, accelerando un cambiamento inevitabile.
Tuttavia, c’è un problema sostanziale: la guerra moderna non è un evento naturale di disgregazione e rinnovamento come in un ecosistema, ma è pilotata da interessi politici, economici e militari che spesso mirano a perpetuare il potere più che a riformarlo. In questo senso, non è un Demolizionismo cosciente ma una degenerazione dell’ordine globale.
Quale sarebbe un vero Demolizionismo Edenamista in questo contesto?
Piuttosto che un conflitto armato, un vero processo demolizionista dovrebbe avvenire attraverso:
L’indebolimento spontaneo delle sovrastrutture obsolete (come l’iper-dipendenza energetica o i meccanismi di potere centralizzati).
Un rinnovamento culturale che porti a una visione del mondo più locale e armonica, senza bisogno di distruzioni su larga scala.
Un ripensamento economico che rompa la logica imperialista, del consumismo sfrenato e delle economie di guerra.
Se il conflitto porterà a una presa di coscienza collettiva e a un cambiamento profondo nelle strutture globali, allora si potrà forse leggere, a posteriori, come un evento demolizionista utile, pur con un prezzo altissimo. Se invece genererà solo nuove tensioni, nazionalismi e cicli di vendetta, sarà solo un’ennesima spirale di distruzione senza sbocco edenico.
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